Influencer, chi è costui? E’ un termine che oggi viene citato spesso, anche nelle trasmissioni d’intrattenimento pomeridiano per parlare di moda, viaggi, politica, etc. Andiamo con ordine. Il loro ruolo è quello di generare conversazioni tra gli utenti che raggiunge subito con un certo impatto in rete. Si parla a questo proposito di “influencer marketing“.
Secondo l’esperto Lee Odden “come veicolo di influenza, il contenuto è uno degli strumenti più potenti come mezzo di marketing per attirare, coinvolgere e ispirare l’azione. Il contenuto è la moneta per costruire relazioni che possono aumentare la credibilità, l’influenza e l’azione.” E oggi secondo Lee, “investire in un contenuto e una strategia di marketing influencer può rivelarsi una delle azioni più di impatto in una attività di marketing e di comunicazione che si possa fare”.
Ciò che ci si aspetta da un influencer
- che sia trasparente
- che coltivi delle relazioni (molto) sociali
- che non si fermi alla quantità
- che generi valore condiviso
Qual’è la differenza tra un influencer organico (o spontaneo) rispetto a quello professionale (e pagato). Tutti i contenuti condivisi spontaneamente dagli organici generano molte più condivisioni e click rispetto a quelli condivisi da chi viene retribuito per farlo. Si può dunque dire che chi esercita il ruolo di “influenzatore” di professione ha meno successo rispetto a quello organico. Quest’ultimo ha più successo perché risulta più vero, reale, fuori dagli schemi di vendita prodotto.
Questo significa che le aziende dovrebbero scegliere con attenzione quali influencer coinvolgere nelle proprie strategie di marketing e non limitarsi a notare solo quanto ampio sia il pubblico followers.
Prima li chiamavano “blogger” oggi influencer; infatti qualche anno fa quando un blogger apriva un proprio blog richiedeva dei campioni omaggio alle aziende di prodotti da testare e offriva in cambio una recensione del proprio prodotto sul proprio blog.
Oggi si parla più genericamente di influencer perché lo strumento che viene usato non è più (solo) il blog, ma una varietà di social network più o meno specifici e settoriali.